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      Se si confrontano insieme i movimenti delle foglie e dei cotiledoni muniti di un pulvino e sforniti di esso, si vede che sono assolutamente similari e che sembrano effettuarsi ad uno stesso scopo. Non ci sembra dunque utile, per l'argomento che trattiamo, di separare queste due sorta di casi per farne due classi differenti. Vi è però una distinzione importante da stabilire fra di loro; e si è che i movimenti dovuti ad un accrescimento alternativo delle faccie opposte non si producono che nelle giovani foglie e durante il loro accrescimento, mentre che quelli che sono effettuati col mezzo di un pulvino persistono assai lungamente. Abbiamo già visto degli esempi molto netti di questi ultimi fatti nei cotiledoni, e la stessa cosa si è delle foglie, come risulta dalle osservazioni di Pfeffer e dalle nostre. La lunga persistenza dei movimenti manifestati con l'aiuto di un pulvino dinota ancora, in seguito a tutte le prove che abbiamo già date, l'importanza funzionale di tale motilità per la pianta. Esiste anche un'altra differenza fra le due categorie di movimenti, e si è che mai, o raramente, trovasi torsione nelle foglie, allorchè manca il pulvino;(89) ma tale osservazione si applica soltanto ai movimenti nictitropici e periodici, come risulta da alcuni casi riferiti da Frank.(90)
      Il fatto, che le foglie di molte piante si collocano di notte in posizioni assai differenti da quelle che occupano nella giornata, indica chiaramente, ci sembra, che lo scopo di questo movimento è la protezione delle pagine superiori delle foglie contro gli effetti della radiazione notturna; infatti tutte queste piante hanno ciò di comune che le faccie superiori delle loro foglie non guardano lo zenit, e che spesso vengono in contatto intimo colle foglie o le foglioline opposte.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Pfeffer Frank