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      D'altra parte, se l'elevazione angolare dei cotiledoni e delle foglie è molto debole, in modo da non sorpassare, ad esempio, 30°, la diminuzione della radiazione dal punto di vista del raffreddamento è troppo debole per esercitare sulla pianta una influenza qualunque. Per esempio, i cotiledoni di Geranium Ibericum si elevavano alla notte a 27° al disopra dell'orizzonte, ciò che determinava nell'irradiazione una diminuzione di 11 per cento soltanto; quelli di Linum Berendieri si elevavano a 33°, diminuendo la radiazione del 16 per cento.
      Vi sono però altre sorgenti di dubbio relativamente al sonno dei cotiledoni. In certi casi i cotiledoni ancora giovani non divergono che moderatamente durante il giorno, di guisa che una debole elevazione notturna (e sappiamo che si produce nei cotiledoni di molte piante) li porta di necessità a prendere durante la notte una posizione quasi verticale; in questo caso sarebbe precoce l'affermare che il movimento si è effettuato ad uno scopo speciale. Si è per ciò che abbiamo esitato lungamente di introdurre nella lista che seguirà molte Cucurbitacee; però per alcune ragioni, che tosto esporremo, abbiamo creduto di comprendervele, almeno temporaneamente. Questo stesso motivo di dubbio si presenta in molti altri casi; infatti, al principio delle nostre osservazioni non portammo sempre un'attenzione sufficiente per sapere se i cotiledoni erano quasi orizzontali a metà del giorno. In molte pianticelle i cotiledoni prendono una posizione notturna fortemente inclinata, per un periodo così breve della loro vita che si domanda naturalmente, se questo fenomeno possa essere per la pianta di una qualsiasi utilità. Tuttavia nella maggior parte dei casi indicati nella lista seguente, i cotiledoni possono essere considerati come soggetti al sonno colla stessa certezza colla quale si può dirlo delle foglie di una qualunque pianta.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Geranium Ibericum Linum Berendieri Cucurbitacee