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      Ipomæa cærulea vel Pharbitis nil (Convolvulaceæ). -- I cotiledoni si comportano quasi nella stessa maniera di quelli di Anoda e del Cotone Nankin, e come questi pervennero ad una notevole grandezza. Mentre erano ancora giovani e piccoli, non misurando i loro lembi che 0,5 a 0,6 poll. di lunghezza (contati sulla nervatura mediana fino alla base dell'incisura centrale), rimanevano orizzontali sia a metà della giornata sia durante la notte. A misura che ingrandivano, cominciavano a discendere sempre più nella sera ed al cominciar della notte; e quando erano per-venuti ad una lunghezza (misurata nella stessa maniera) di 1 a 1,25 poll., discesero fino a formare un angolo di 55° a 70° sotto all'orizzonte. Non si comportarono però così che dopo di essere stati pienamente rischiarati durante la giornata. Tuttavia i cotiledoni non potevano inclinarsi che debolmente, o non lo potevano affatto, verso una luce laterale, quantunque l'ipocotilo fosse fortemente eliotropico. Non sono muniti di pulvino, ma il loro accrescimento continua per un periodo assai lungo.
      Ipomæa purpurea (vel Pharbitis hispida). -- I cotiledoni si comportano, a colpo d'occhio, come quelli di I. cærulea. Una pianticella, i cui cotiledoni avevano 0,75 poll. di lunghezza (misurati come quelli della specie precedente) e 1,75 poll. di larghezza, e che portava una piccola vera foglia sviluppata, fu posta sopra un clinostato in una scatola annerita, di guisa che nè la gravità, nè il geotropismo potevano avere un'azione su di essa.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





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