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      Conservammo per un certo tempo una pianta nella serra ad una temperatura di 33° a 34°C., ed in 35 m. l'estremità di una fogliolina discese due volte e salì una, percorrendo uno spazio di 30 mm., seguendo la verticale, e di 20 mm. 5, seguendo l'orizzontale. Durante questo movimento, la fogliolina girava ancora sul suo asse (è questo un punto che non aveva prima attirata la nostra attenzione), poichè il piano del lembo aveva cambiato di 41° dopo qualche minuto soltanto. Talvolta la fogliolina rimaneva immobile per un certo tempo. Non avvennero dei movimenti per salti che sono così caratteristici nelle piccole foglioline laterali. Un abbassamento repentino e considerevole di temperatura determina la discesa della fogliolina terminale; così immergemmo una foglia tagliata nell'acqua a 25°C., che fu lentamente riscaldata fino a 39°C., e che lasciammo raffreddare fino a 21°; il picciuolo secondario della fogliolina terminale s'incurvò allora verso il basso. L'acqua fu in seguito riscaldata fino a 48°, ed il picciuolo secondario si raddrizzò. Ripetemmo due volte delle esperienze simili sopra delle foglie immerse nell'acqua, ed ottenemmo press'a poco il medesimo risultato. Si può aggiungere che l'acqua scaldata a 49° o 50°C. non brucia la foglia. Collocammo una pianta nell'oscurità alle 8,37 del mattino ed alle 2 di sera (cioè dopo 5 ore e 23 m.), benchè le foglioline si fossero considerevolmente abbassate, non avevano punto preso la loro posizione di sonno. Pfeffer d'altra parte disse(114) che questo fatto si produceva nelle sue esperienze in capo a 3/4 d'ora a 2 ore; forse questa differenza nei risultati è dovuta al fatto che la pianta sulla quale portammo le nostre esperienze era assai giovane e vigorosa.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Pfeffer