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      Sono nondimeno assai eliotropici, e questa facoltà ha probabilmente per essi altri vantaggi, e cioè quello di renderli capaci di abbandonare il seme sotterrato e quello di permettere loro di arrivare all'aria ed alla luce, attraverso alle fessure del suolo ed agli ostacoli opposti dalla vegetazione circostante. Questa ipotesi è appoggiata dal fatto, che nella Phalaris e nella Avena, la prima vera foglia, che è brillantemente colorata in verde, e che senza dubbio decompone l'acido carbonico, è appena eliotropica. I movimenti eliotropici di molte altre pianticelle le aiutano probabilmente nello stesso modo a uscire da terra, poichè l'apogeotropismo le guiderebbe ciecamente in alto contro gli ostacoli soprastanti.
      L'eliotropismo è così diffuso fra le piante più elevate, che non ve ne ha che un numero assai limitato di cui una parte qualsiasi (fusto, peduncoli fiorati, picciuoli o foglie) non s'inclini verso una luce laterale. La Drosera rotundifolia è una delle pochissime piante, in cui le foglie non mostrino alcuna traccia d'eliotropismo. Nè se ne trova nella Dionæa, benchè quest'ultima pianta non sia stata osservata con cura. J. Hooker ha esposto per qualche tempo ad una luce laterale gli ascidii di Sarracenia, senza osservare l'inclinazione.(137) Noi possiamo bene comprendere la ragione, per la quale queste piante insettivore non sono eliotropiche, giacchè non vivono principalmente della decomposizione dell'acido carbonico; è invece assai più importante per esse di disporre le loro foglie nella posizione più conveniente per la cattura degli insetti, che non in quella che assicurerebbe loro una migliore illuminazione.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





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