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      Sette altri furono rischiarati attraverso a fascie strette, ma proporzionatamente lunghe, praticate coll'abrasione della vernice; esse misuravano da mm. 0,25 a 0,65 di larghezza e da mm. 8,75 a 7,5 di lunghezza. Tutti i cotiledoni s'inclinavano verso la parte per dove giungeva loro la luce, comunque fossero dirette le aperture, sia verso il sole che verso un lato della stanza. Ci pareva strano che la luce potesse determinare una incurvatura passando attraverso ad un'apertura larga soltanto 0,004 poll. e lunga 0,016 pollici.
      Prima di conoscere l'estrema sensibilità dei cotiledoni di Phalaris all'azione luminosa, avevamo provato di rilevare la loro circumnutazione nell'oscurità con una piccola candela che collocammo per un minuto o due, ad ogni osservazione, press'a poco nello stesso sito, e cioè un poco a sinistra e davanti al vetro verticale sul quale tracciammo i movimenti. Osservammo così le pianticelle diecisette volte nella giornata, ad intervalli di mezz'ora e di tre quarti d'ora, e sul finire della sera constatammo, con grande sorpresa, che i 29 cotiledoni erano fortemente inclinati verso il vetro verticale, e si dirigevano un poco sulla sinistra, dove era stata collocata la candela. Il disegno provò ch'essi si erano mossi in linee a zig-zag.
      Per conseguenza l'esposizione ad una luce debole ad intervalli brevi come erano quelli che abbiamo indicati, è bastata per determinare un movimento eliotropico pronunciato. Un fatto analogo venne osservato negli ipocotili di Solanum lycopersicum.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Phalaris Solanum