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      Impiegammo però dei tubi che si adattavano esattamente ai cotiledoni, ed inoltre il suolo intorno a ciascuna pianticella fu coperto di carta nera per evitare la riflessione della luce. Questi tubi erano per altro migliori dei cappucci di foglie di stagno, poichè era possibile di coprire nello stesso tempo dei cotiledoni con tubi trasparenti ed altri con tubi opachi, e controllare così le nostre esperienze. Non si deve dimenticare che scegliemmo sempre dei cotiledoni giovani, e che questi, quando non erano disturbati, si curvavano verso terra, nascondendosi alla luce.
      Comincieremo colle esperienze fatte coi tubi di vetro. Si chiusero le sommità di 9 cotiledoni, di altezze diverse, fino a poco meno della metà della loro lunghezza in tubi incolori e trasparenti, e si esposero per 8 ore davanti ad una finestra al S.-O. in una giornata chiara. Tutti s'inclinarono fortemente verso la luce, allo stesso grado di molte altre pianticelle lasciate libere nei medesimi vasi; di guisa che i tubi di vetro non impedivano affatto ai cotiledoni di dirigersi verso la luce. Diecinove altri cotiledoni furono coperti nel medesimo tempo e nello stesso modo da tubi portanti un forte strato d'inchiostro di Cina. Su cinque di questi tubi, con nostra sorpresa, lo strato nero si contrasse in presenza del sole, e si formarono delle piccole screpolature che lasciavano passare la luce; queste cinque piantine furono messe da parte. Dei 14 cotiledoni che restavano, e le cui metà inferiori erano rimaste tutto il tempo esposte ai raggi solari, 7 rimasero verticali, uno s'inclinò fortemente verso la luce, e 6 non s'inclinarono che leggermente, ma le basi della maggior parte di essi rimasero diritte o quasi.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





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