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      Ciò che crediamo di poter spiegare coi così detti movimenti igroscopici di una pianta: se i tessuti propri ad una delle faccie d'un organo sono assoggettati ad una rapida evaporazione, si disseccano e si contraggono rapidamente, determinando così l'incurvatura dell'organo verso questa parte. I movimenti mirabili per la loro complessità, per i quali i pollinii dell'Orchis pyramidalis abbracciano la tromba d'una mosca, e poi cambiano di posizione per deporre le loro masse polliniche sul doppio stigma - o il movimento di torsione per il quale alcuni semi si affondano essi stessi nel suolo -(149) provengono dal modo di disseccamento della parte in questione, e tuttavia nessuno vorrà supporre che questi risultati sieno stati ottenuti senza un adattamento speciale. Egualmente dobbiamo credere ad un adattamento, quando vediamo l'ipocotilo di una pianticella che contiene della clorofilla, curvarsi verso la luce; infatti in causa di questo movimento, esso stesso riceve meno luce, poichè è allora ombreggiato dai propri cotiledoni, ma colloca questi ultimi organi - i più importanti - nella migliore posizione per essere perfettamente illuminati. Si può dunque dire, che l'ipocotilo si sacrifica in favore dei cotiledoni, o piuttosto della pianta intera. Ma se non può inclinarsi, come accade spesso per le pianticelle che germogliano in mezzo ad una vegetazione fitta, i cotiledoni stessi s'inclinano allora per guardare la luce; quello che è il più distante da essa si eleva, mentre il più vicino si abbassa, e tutti due girano lateralmente sul loro asse.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Orchis