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      Abbiamo una prova diretta di questa trasmissione: infatti, quando una radichetta è stata distesa orizzontalmente durante un'ora od un'ora e mezza, tempo durante il quale la supposta influenza ha potuto giungere a piccola distanza dall'estremità, e che è allora tagliata la punta, la radichetta si curva più tardi benchè posta perpendicolarmente. Le porzioni terminali delle diverse radichette così trattate continuavano per qualche tempo a crescere nella direzione della curvatura nuovamente acquistata, giacchè una volta sprovviste di estremità, non potevano più subire l'influenza del geotropismo. Ma dopo tre o quattro giorni, quando si erano formati dei nuovi punti vegetativi, subendo le radichette nuovamente l'azione geotropica, si curvavano perpendicolarmente verso il basso. Per stabilire un confronto nell'altro regno vivente, supporremo che un animale, disteso a terra, abbia concepito l'intenzione di levarsi in una direzione perpendicolare, ma che essendo stata tagliata a questo punto la sua testa, l'impulso dato abbia continuato a percorrere lentamente i nervi fino ai muscoli, di guisa che dopo parecchie ore, l'animale decapitato si sia levato nella direzione determinata.
      Siccome l'estremità della radichetta è stata trovata la parte più sensibile al geotropismo nelle famiglie ben distinte delle Leguminose, Malvacee, Cucurbitacee e Graminacee, possiamo concludere che questo carattere sia comune alle radici della maggior parte delle piante. Quando una radichetta penetra nel terreno, la sua estremità deve precedere; e noi possiamo giudicare dei vantaggi della sua sensibilità al geotropismo, ricordando ch'essa deve determinare la via da seguire dall'intera radice.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





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