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      Le pianticelle essendo assoggettate ad una lotta accanita per l'esistenza, è per esse assai importante di potersi adattare più rapidamente e più perfettamente che è possibile alle loro condizioni di vita; da che viene che sono tanto sensibili all'azione della luce e della gravità. I cotiledoni di alcune specie sono sensibili al contatto; ma è probabile che ciò non sia che un risultato indiretto delle sensibilità precedenti, poichè non vi è alcuna ragione per credere che possa essere loro utile di muoversi quando si toccano.
      La nostra pianticella possiede ora un fusto portante delle foglie e spesso dei rami che circumnutano tutti mentre sono ancora giovani. Se consideriamo per es. una grande Acacia, possiamo essere sicuri che ciascuno dei suoi numerosi germogli descrive costantemente delle piccole ellissi; lo stesso accade per ogni picciuolo, principale o secondario, e per ogni fogliolina. Queste ultime, come le foglie ordinarie, si muovono in generale verticalmente, circa nello stesso piano, in modo da descrivere delle ellissi assai strette. I peduncoli fiorali sono egualmente in continua circumnutazione. Se ci fosse possibile di vedere sotto terra, e se i nostri occhi fossero potenti quanto i microscopii, osserveremmo l'estremità di ogni fibrilla radicolare sforzarsi a descrivere delle piccole ellissi o dei circoli per quanto glielo permette la pressione del suolo. Tutta questa sorprendente somma di movimenti fu attiva d'anno in anno, a partire dal momento in cui l'albero è apparso per la prima volta al disopra della superficie del suolo.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Acacia