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      Così le pianticelle prese nell'oscurità s'inclinano verso una luce debole laterale molto più presto che altre che erano state prima esposte in pieno giorno. Abbiamo visto parecchi casi analoghi per i movimenti nictitropici delle foglie. Osservammo un esempio calzante nel caso dei movimenti periodici propri ai cotiledoni di una Cassia. Nella mattina venne collocato un vaso in un canto oscuro di una camera, e tutti i cotiledoni si elevarono chiusi; un altro vaso era stato esposto in piena luce ed i cotiledoni si erano naturalmente distesi: i due vasi furono allora collocati in mezzo al locale, ed i cotiledoni che erano stati esposti al sole cominciarono immediatamente a chiudersi, mentre che gli altri si aprivano. In tal guisa i cotiledoni, nei due vasi, quando si assoggettavano alla stessa luce, si muovevano in direzioni esattamente opposte.
      Constatammo che pianticelle, conservate nell'oscurità e rischiarate da una piccola candela per due o tre minuti soltanto, ad intervalli di 3/4 d'ora o di un'ora circa, si curvarono tutti verso il punto dove era stata posta la candela. Fummo assai sorpresi di questo fatto che, prima di aver letto le osservazioni di Wiesner, attribuimmo agli effetti consecutivi della luce. Quest'autore però ha dimostrato che in un'ora parecchie illuminazioni interrotte, di una durata totale di 20 m., possono determinare in una pianta il medesimo grado d'incurvatura di una illuminazione continua di 60 m. Questo fenomeno, secondo noi, può spiegarsi col fatto che l'eccitazione luminosa è dovuta non tanto all'intensità effettiva della luce, quanto piuttosto alla sua differenza coll'intensità dell'illuminazione precedente; e nel caso che citiamo, vi erano parecchie alternanze ripetute di luce e di oscurità. Per questo riguardo, e per altri che abbiamo enumerati più sopra, la luce pareva agire sui tessuti delle piante perfettamente nello stesso modo che sul sistema nervoso degli animali.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Cassia Wiesner