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      In tale stato di cose apparve la grande figura di Carlo Darwin, che colla potenza della sua sintesi distrusse quel principio linneano, e riedificò le discipline naturali sopra un fondamento nuovo, solido, indistruttibile.
      Le opere del Darwin sono scritte con mirabile semplicità ed evidenza di linguaggio, ed in ogni linea spira un vivissimo amore del vero. Nelle singole questioni l’autore cerca con grande cura tutte le obbiezioni possibili, le discute con olimpica serenità, e concentra sulle più gravi tutto il peso dei suoi argomenti per ridurle al loro intrinseco valore.
      V’ha, pur troppo, ancora oggi della gente che delle dottrine darwiniane non parla altrimenti che con dileggio: ma gli uni pretendono di giudicare una dottrina che non conoscono o non vogliono conoscere; mentre gli altri avversano, per partito preso, ogni atto che dilegua i pregiudizi secolari e stenebra la ragione umana.
      L’opera principale del Darwin espone la sua teoria intorno all’origine delle specie, la quale era già abbozzata nel 1839, ma venne alla luce soltanto il 24 novembre 1859; e nemmeno in quest’epoca l’autore l’avrebbe pubblicata, se non vi fosse stato spinto da ragioni peculiari che egli stesso espone nell’Introduzione colle seguenti parole: “Il mio lavoro è quasi finito; tuttavia voglio aspettare ancora due o tre anni per completarlo. La mia salute non è troppo ferma, e quindi mi sono affrettato a pubblicare il presente estratto”. La teoria fu dunque lungamente meditata e sottoposta alla prova dell’osservazione e dello sperimento, sia durante il lungo viaggio di circumnavigazione, sia nel silenzio della villa di Down.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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