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      Fra i popoli così bene, come tra gli individui si combatte un’aspra lotta per l’esistenza, nella quale sopravvive colui che è meglio adattato alle condizioni dei luoghi e dei tempi. Le armi in codesta lotta sono numerose: l’onestà politica, il patriottismo, il livello della coltura, la robustezza fisica, non meno che la scienza incarnata nei cannoni Krupp e nelle navi corazzate, possono rendere un popolo vittorioso.
      Ma spesso la vittoria o la sconfitta sono determinate da cause apparentemente piccole, come talora avviene in natura. Il Darwin ci racconta, che nel Paraguay nè il bue, nè il cavallo, nè il cane sono ridivenuti selvaggi, quantunque lo siano al nord e al sud di questa contrada; e che Azara e Rengger hanno provato, che ciò dipende da una piccola mosca, la quale depone le sue uova nell’ombelico di questi animali appena nati. Veda lo storico, se sul suo terreno non si ripetano fatti analoghi; se, ad esempio, un Roustan che inventa i Crumiri, non possa essere più fatale alla sua nazione di una battaglia perduta.
      Anche la pedagogia può trarre profitto dell’evoluzionismo, il cui metodo ha un grande valore educativo, perchè abitua i giovani non solo a vedere gli oggetti che li circondano, ma ad osservarli minutamente, ad indagare i loro reciproci rapporti, ad esaminarli in condizioni diverse per eliminare ogni causa di errore, a riunire i fatti molteplici sotto un unico punto di vista, e ad essere cauti nelle affermazioni assolute. Quanto non sarebbe utile, se delle molte ore destinate all’insegnamento della lingua greca antica, taluna fosse invece dedicata alla lettura delle opere classiche del Redi, dello Spallanzani o del Darwin.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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