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      Ma prescindendo anche dal metodo, l’evoluzionismo insegna all’educatore di non considerare l’allievo come un essere indifferente, nel quale si possa istillar qualsivoglia attitudine o facoltà; ma gli impone il dovere di tener conto delle di lui tendenze ereditarie, di valutare l’ambiente fisico e morale nel quale dovrà vivere e lottare. Il Darwin ci racconta che gli allevatori di pecore merine pongono grandissima cura nello studio di quegli individui che vogliono riprodurre: li distendono, egli dice, tre volte all’anno sopra un tavolo, e li esaminano, come farebbe un intelligente di un quadro. Entrando in una sfera di azione assai più elevata, dobbiamo arguire, che all’educatore incombe un’oculatezza anche maggiore, perchè maggiore è la sua responsabilità: egli deve quindi correggere nel suo allievo quei sentimenti che la società condanna, coltivare le di lui nobili aspirazioni, ed obbligarlo a quegli studi che gli torneranno utili nella lotta civile.
      Il darwinismo ha esteso la sua influenza anche alla morale, all’etnologia, alla geografia, alle scienze giuridiche, alla sociologia, alla politica: e più ancora alla medicina, che trae largo profitto dalle leggi della ereditarietà dei caratteri e dell’atavismo; ma non è possibile trattare, nemmeno di volo, di tutti questi argomenti nel tempo brevissimo assegnato al mio discorso.
      Riassumendo l’essenza della Scuola antica e della moderna, quale immensa differenza non si presenta al nostro giudizio. Da un lato, il desiderio puerile dello spettacoloso, la voluttà del rumore, l’ingenuità dell’infanzia; dall’altro, il concetto della tranquilla e continua azione delle forze naturali, la serenità del criterio maturo, la profondità del pensiero filosofico: da un lato il quadro sterile della vita sorta per incanto, invariabile per secoli, perturbata tratto tratto da spaventevoli cataclismi alternanti con periodi di quiete; dall’altro la dolce immagine della madre natura, che opera pel bene degli esseri organici, adattandoli al loro ambiente e perfezionandoli senza posa: da un lato la vista arida degli individui animali e vegetali isolati, slegati, senza nesso logico e necessario tra di loro; dall’altro la contemplazione feconda delle forme viventi vincolate dai rapporti di una universale fratellanza, e collegate insieme da un meraviglioso ingranaggio: da un lato una scuola, ancella della fede ed impernata sul mistero; dall’altro una dottrina che cammina libera ed ardita alla testa del progresso.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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