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      Il darwinismo è vero, lascia indiscussa la causa prima, e libera la coscienza di ciascuno; ma chi guarda alle ultime conseguenze della nuova teoria, s’avvede che i tempi sono mutati, e sente, che un’aura profetica gli spira in volto foriera dell’irruente razionalismo.
      Il Darwin aveva una costituzione fisica robustissima: ma la sua salute fu profondamente scossa dalle fatiche del viaggio di circumnavigazione, di cui egli stesso ci diede un attraente racconto nella sua opera: Viaggio di un naturalista intorno al mondo. La sua fisionomia imponeva rispetto, e lasciava travedere l’uomo serio, osservatore, pensoso e benevolo. Chi guarda il suo ritratto, resta colpito dalla fronte sporgente in modo straordinario al di sopra degli occhi, così che questi sono profondamente infossati nella faccia sotto le lunghe, irsute e foltissime sopracciglia. Nell’età virile e senile mancava di capelli alla calvaria, e portava barba piena, bianca e lunghissima. Non amava la grande società; ma non era misantropo, che anzi nei convegni confidenziali era gentile ed affabile. Non ebbe impieghi, nè qualsivoglia carica sociale; così che, essendo benestante, ha potuto dedicare tutto il suo tempo alle ricerche scientifiche. Nel suo carattere risaltano la tenacità e l’arditezza del volere, e l’alto sentimento della dignità umana. Delle prime qualità ne è prova irrefragabile la sua teoria; dell’ultima fanno fede molti passi delle sue opere, tra i quali ne cito uno solo. “Io mi trovava, egli dice, nel Brasile sopra un traghetto con un nero di una stupidaggine veramente insolita.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





Darwin Viaggio Brasile