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      Il numero delle specie di oloturie, e degli esemplari di esse, che brulicano in tutti i punti di questi banchi di corallo, è enorme; è un fatto ben conosciuto che ogni anno vengono dalla Cina numerosi battelli alla pesca dei trepang, che appartengono appunto ad una specie di questo genere. La quantità di corallo annualmente consumata, e ridotta in poltiglia finissima da questa falange di animali, e probabilmente da molte altre specie ancora, deve essere grandissima. Questi fatti hanno ancora un’importanza molto più grande, se si considerano sotto un altro punto di vista; essi ci dimostrano infatti che vi sono degli ostacoli viventi, i quali si oppongono all’accrescimento dei banchi di corallo, e che la legge quasi universale di «mangiare ed essere mangiati» è vera, anche per i polipi che costruiscono questi ripari massicci, capaci di resistere alla forza dell’oceano aperto.
      Ammettendo che l’atoll Keeling, come le altre formazioni di corallo, sia stato prodotto intieramente dall’accrescimento degli esseri organici, e dall’accumularsi dei loro detriti, siamo di conseguenza portati a domandare, da quanto tempo duri questa formazione e quale sarà la durata probabile del suo stato presente. Il Liesk mi disse d’aver visto una carta vecchia, sulla quale la lunga isola attuale verso sud-est era divisa da parecchi canali e da un gran numero di isolotti, e m’assicura che si può ancora distinguere il sito occupato altra volta da questi canali, in causa della statura più debole degli alberi che vi sono cresciuti.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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