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      Inoltre gli isolotti che riguardo agli alisei sono sotto vento, trovansi in alcuni punti del Pacifico esposti ad essere accidentalmente spazzati dai venti che in violenza eguagliano gli uragani, e che spirano in una direzione opposta a quella degli alisei. La mancanza d’isolotti, sulla parte degli atoll che è sotto vento, o quando esistono, la loro minore dimensione in confronto a quella degli isolotti non difesi dal vento, è un fatto relativamente senza importanza; ma è notevole che, in alcuni casi, il banco stesso, quantunque conservi la sua forma specifica ordinaria, non si eleva di alcune tese alla superficie, dalla parte non esposta al vento. È ciò che si vede nella parte sud di Peros Banhos (Tav. I, fig. 9), nel gruppo Chagos; nell’atoll Mourileu25 dell’Arcipelago Caroline, e nei banchi madreporici (Tav. 1, fig. 8) delle isole Gambier, dove il capitano Beechey ebbe per il primo l’occasione di osservare la particolarità di cui si tratta. A Peros Banhos, la parte sommersa ha una lunghezza di nove miglia con una profondità media di circa 5 tese; la sua superficie è quasi piana, e si compone di pietra dura coperta d’uno strato sottile di sabbia disgregata. Stentatamente si trova un corallo vivente su questa superficie, nemmeno sul lato esterno, come me lo assicurò formalmente il capitano Moresby: rappresenta infatti una muraglia di roccia di corallo morto, avente la medesima larghezza e la medesima sezione trasversale del banco nelle sue parti normali, e di cui è, del resto, la continuazione.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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