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      Ehrenberg59 fa osservare che nel mar Rosso i più forti coralli vivono all’esterno dei banchi e sembrano amare i marosi; egli aggiunge che le specie molto ramificate abbondano un poco all’interno, ma che quelle che vivono nei siti più protetti ancora si fanno più piccole. Si potrebbero citare molti altri fatti tendenti a provare la medesima cosa.60 Tuttavia Quoy e Gaimard hanno messo in dubbio che alcuna specie di corallo possa resistere e ancora meno prosperare in mezzo alle onde rompentisi del mare aperto;61 essi affermano che i zoofiti costruttori di roccie si sviluppano bene soltanto là dove le acque sono tranquille e molto calde. Quest’asserzione è passata da uno all’altro nei libri di geologia; tuttavia la protezione di ogni banco è dovuta senza dubbio a quelle specie di corallo, che non possono nemmeno esistere nelle condizioni considerate da questi naturalisti come loro favorevolissime. E, se l’orlo esterno e vivente di una di queste numerose isole basse di corallo, intorno alle quali spumeggiano di continuo dei forti marosi, perisse, è appena possibile il dubitare che il tutto verrebbe asportato dalle onde e distrutto in meno di un mezzo secolo. Ma ciò non succede, e la potenza di vitalità dei coralli trionfa sulla forza meccanica delle onde; è così che grandi frammenti di banco staccati ad ogni tempesta sono sostituiti dall’accrescimento lento ma costante di numerosissimi polipai, che costituiscono la zona vivente, la quale riveste l’orlo esterno.
      Da questi fatti risulta, in modo indiscutibile, che i coralli più forti e più massicci prosperano là dove sono più esposti.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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