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      Si potrà forse anche ritenere che le fondamenta necessarie abbiano potuto essere fornite dall’accumulazione di grandi banchi di sedimento, che non raggiungevano la superficie dell’acqua in causa dell’azione delle correnti superficiali, coadiuvata probabilmente dal movimento ondulatorio dei flutti. Questa ipotesi sembra essere attualmente vera per alcuni punti del mare delle Antille. Ma, per quanto riguarda la forma e la disposizione dei gruppi d’atoll, non si trova niente che possa appoggiare questo modo di vedere; ed è impossibile ammettere l’accumulazione d’una quantità notevole d’ammasso di sedimento sul fondo dei grandi oceani Pacifico ed Indiano, nelle loro parti centrali, assai lontane dai continenti e dove il colore bleu carico dell’acqua limpida dinota la sua purezza.
      I numerosi atoll così dispersi sopra una grande estensione devono, per conseguenza, riposare sopra delle fondamenta di natura rocciosa. Ma noi non possiamo ammettere che ogni atoll sia piantato sulla sommità di una larga montagna, coperta di alcune tese d’acqua, e che malgrado ciò, in tutta la zona degli immensi spazi sopra enumerati, nessuna vetta rocciosa faccia sporgenza al disopra del livello del mare. Giacchè noi possiamo farci un’idea delle montagne sottomarine da quelle che si elevano sui continenti; e dove troveremo noi una sola catena, e tanto meno parecchie, di qualche centinaia di miglia di lunghezza, e di larghezza considerevole, le cui larghe sommità raggiungano tutte un’altezza uniforme da 120 a 180 piedi?


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





Antille Pacifico Indiano