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      Dopo ciò sembra assai probabile che un cambiamento qualunque nel declivio esterno sottomarino di un’isola eserciterebbe una certa influenza sull’altezza alla quale i coralli viventi dell’orlo sarebbero bagnati dai marosi, ed alla quale essi sarebbero in seguito capaci di crescere. Sembra pure che si possa ammettere che se durante una stagione dell’anno, le correnti marine ed i venti aggiungevano la loro azione, in causa di una comunità di direzione, le onde raggiungendo allora un livello più elevato, i coralli sarebbero cresciuti più in alto che in un’altra stagione in cui le direzioni delle correnti marine fossero in senso contrario a quella dei venti. Ne risulterebbe che i coralli, i quali per una stagione sono cresciuti alla loro altezza massima, lascierebbero vedere durante un’altra stagione le loro sommità morte al disopra delle acque e sembrerebbe che la terra avesse subìto un leggero sollevamento. Se ho insistito sopra queste possibilità, si è per dimostrare, come debba essere sempre difficile il decidere se delle basse formazioni di corallo sieno state realmente sollevate fino a 2 o 3 piedi di altezza soltanto, come Dana ritiene sia il caso per parecchi gruppi d’atoll. A me sembra più probabile che tutti i fenomeni sopra menzionati indichino semplicemente, che gli atoll in questione sono rimasti al medesimo livello. Se però la conclusione alla quale giunse un osservatore così distinto quale è il professore Dana, fosse in seguito confermata, si potrebbe domandare, in presenza dell’immensità dello spazio così modificato, se non abbiano ragione quei geologi, i quali ammettono che il livello dell’Oceano è soggetto a dei cambiamenti secolari aventi per causa dei fenomeni d’ordine astronomico.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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