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      Nell’Arcipelago dei Navigatori o Isole Samoa Couthouy135 trovò a Manua parecchi grandi frammenti di corallo all’altezza di 80 piedi, «sopra una discesa ripida, elevantesi alla distanza di un mezzo miglio, al disopra di una pianura bassa, sabbiosa e assai ricca di detriti marini.» I frammenti erano piantati in una mescolanza di lava decomposta e di sabbia. Non è stabilito se essi fossero accompagnati da conchiglie, o se i coralli somigliassero a delle specie viventi; siccome questi resti erano piantati, potevano appartenere ad un’epoca lontana; ritengo però che questa non fosse l’opinione di Couthouy. D’altra parte Dana dice espressamente che «non è stata scoperta alcuna prova soddisfacente di sollevamento relativa a queste isole», ed in un altro punto (pag. 326) si esprime dicendo che alcune delle isole si sono probabilmente abbassate. I terremoti in questo arcipelago sono assai frequenti.
      Portandoci ancor più verso l’ovest arriviamo alle Nuove Ebridi. Relativamente a queste isole G. Bennett (l’autore del libro intitolato «Wanderings in New South Wales») m’informa ch’egli trovò ad un’altezza significante una grande quantità di corallo ch’egli considerò d’origine recente. Le isole Loyalty sono situate all’ovest delle Nuove Ebridi e non lungi dalla Nuova Caledonia; W.B. Clarke (Journal of Geol. Soc., 1847, p. 61) ha chiaramente dimostrato che una di queste isole è interamente composta di roccia di corallo, e si è sollevata in un’epoca poco lontana almeno in due periodi distinti ad un’altezza di 250 piedi.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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