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      Ma non esiste un solo vulcano attivo entro uno spazio di parecchie centinaia di miglia da un gruppo, e nemmeno un piccolo gruppo di atoll; ed è chiaro che un gruppo d’atoll elevantesi al disopra d’un certo numero d’isole, attualmente tutte sprofondate sotto il livello del mare, rappresenta un abbassamento più notevole di quello di un singolo atoll o di una singola barriera circondata.
      È cosa nota e degna di menzione che due vulcani sono stati recentemente in eruzione nell’arcipelago degli Amici, e qui le isole sono state formate da un sollevamento recente d’un gruppo d’atoll. Inoltre dei crateri estinti e dei letti di lava ben conservati si trovano su parecchie delle isole circondate del Pacifico; e, secondo la nostra teoria, queste si sono abbassate in un’epoca poco lontana; ma, quantunque costituite intieramente da materie vulcaniche, esse non offrono un solo vulcano attivo. In questi casi, i vulcani sembrano essere entrati in attività, od essersi estinti in concordanza cogli ultimi movimenti di sollevamento o di abbassamento.
      Nei limiti della nostra carta si trovano dei vulcani attivi sopra o presso coste diverse da quelle che sono circondate di banchi, e colorate in rosso, e di alcune di queste coste si sa che si sono sollevate durante il periodo recente. Così ho dimostrato, nelle mie osservazioni geologiche sull’America del Sud (1846), che tutta la costa ovest di questo grande continente, sopra un’estensione di circa 2000 a 3000 miglia al sud dell’equatore, ha assunto un movimento di ascesa durante il periodo delle conchiglie marine attualmente esistente; e le Ande formano quivi la più grande catena vulcanica del globo.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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