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      N. di circa 15° a 17° l’acqua si sprofonda affatto gradatamente a partire da questi banchi, tanto sulle coste est che sulle coste ovest. In parecchie località i suddetti banchi si vedono elevarsi dalle isole; queste sono basse, con vette piatte, e si compongono della medesima formazione orizzontalmente stratificata come quella che forma il piano del margine del continente. Alcune delle più piccole e delle più basse isole sono formate semplicemente di sabbia. Il capitano Moresby mi assicura che sopra parecchi di questi banchi, dove ora non vi è più della terra asciutta, sono rimaste alcune piccole masse di roccia, che sono i resti di isole. Ehrenberg sostiene del pari che la maggior parte degli isolotti, anche i più bassi, hanno una base piatta composta della medesima formazione terziaria: come in altri luoghi ritiene che appena le onde hanno dilavato le porzioni protendenti dei banchi fino al livello del mare, l’accrescimento del corallo protegge la superficie contro una nuova abrasione, e spiega così l’esistenza di tanti banchi al medesimo livello della superficie del mare. Apparisce che la maggior parte di queste isole decrescono certamente in grandezza.
      I banchi e le isole affettano delle forme curiose nelle località di cui parlo, cioè di 15° a 17° di latitudine, dove il mare si sprofonda gradatamente: il gruppo Dhalac è circondato sulla sua costa ovest da un arcipelago complicato d’isolotti e di banchi; l’isola principale è di forma irregolare e racchiude una baja di 7 miglia di lunghezza e di 4 di larghezza, nella quale non si trovò il fondo a 252 piedi; non vi è che un’entrata di mezzo miglio di larghezza, con davanti un isolotto.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





Moresby Dhalac