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      Il sacchetto interno ora indicato è da taluni considerato come un esofago, da altri come uno stomaco; comunque lo spazio compreso fra i due sacchi è diviso in scompartimenti da lamine, che partono dalla faccia interna del sacco esterno e si recano alla esterna di quello che è interno; tali lamine sono appunto le pieghe mesenteriche.
      Generalmente una sola apertura mette all’esterno, cioè l’anteriore, ossia quella che trovasi in mezzo ai tentacoli; per essa entrano gli alimenti nell’interno del corpo, escono le sostanze escrementizie, ed essa funge ancora da apertura sessuale, poichè mette all’esterno i prodotti dell’apparecchio riproduttivo. Non si può certamente dire che in cotali animali il differenziamento degli organi sia molto progredito; vi ha infatti concentramento di più funzioni in un organo solo, o ciò che esprime la stessa cosa, la divisione del lavoro è assai incompleta.
      Abbiamo detto che il sacchetto o stomaco ha una seconda apertura diametralmente opposta all’orificio orale; tale apertura mette in una cavità inferiore, la quale può versare il suo contenuto nelle loggie periesofagee e nei tentacoli, oppure in particolari canali che la mettono in comunicazione con quella degli altri individui della colonia. In questa maniera il prodotto della digestione di ogni individuo torna utile a tutti gli altri della medesima società, laonde abbiamo qui un esempio splendido di comunismo animale.
      Le due cavità sopra ricordate sono state considerate dagli anatomici come costituenti un unico apparecchio, e poichè la superiore serve particolarmente alla digestione, e la inferiore alla distribuzione dei succhi alimentari nell’individuo e nella colonia, così l’intero apparecchio è stato chiamato gastro-vascolare, il che vuol dire che deve ritenersi il rappresentante degli organi digerenti ed insieme dei circolatori degli animali superiori, altro indizio di imperfetto differenziamento delle parti negli animali di cui parliamo.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343