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      Laonde noi possiamo francamente inferire che l'uomo non elesse i suoi cani acquatici perchè avevano la membrana fra le dita più sviluppata, ma bensì per conservare e generare individui che cacciano meglio nell'acqua ed hanno più attitudine a portare il selvaggiume ferito, e così egli inconsapevolmente elesse cani coi piedi un po' meglio palmati. L'uomo in tal modo imita la elezione naturale. Si ha un'eccellente prova di questo fatto nell'America del Nord, dove, secondo il Richardson(85), tutti i lupi, le volpi e i cani domestici originari hanno le zampe più larghe che le specie corrispondenti dell'antico mondo, e meglio acconcie per camminare sulla neve. Ora in queste regioni artiche la vita e la morte di ogni animale dipenderà spesso dall'esito della sua caccia sulla neve squagliata, e in parte dipenderà dalla larghezza delle zampe; tuttavia le zampe non devono essere larghe tanto da inceppare i movimenti dell'animale sopra il suolo asciutto, da contrariare il rintanarsi e le altre abitudini necessarie della sua vita.
      Benchè le modificazioni nelle razze domestiche avvengano così lentamente da non poterle rilevare in ogni periodo (siano poi tali modificazioni dovute alla elezione di individuali variazioni od alle differenze prodotte dagli incrociamenti), sono importantissime a ben comprendere l'origine delle nostre produzioni domestiche, e spargono una certa luce indiretta sui cangiamenti che si effettuano in natura; io esporrò estesamente alcuni casi come meglio ho potuto raccoglierli.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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