Pagina (297/1426)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La causa di queste variazioni non può essere indicata, come non si può dire perchè un uomo abbia il naso lungo, mentre un altro l'ha corto. Nelle serie che per lungo tempo furono mantenute separate dagli allevatori, queste variazioni sono così comuni che non possono attribuirsi alla esistenza accidentale di uguali differenze negli uccelli dapprincipio scelti come tipi. La spiegazione è certamente questa, che in ogni caso fu impiegata una elezione di natura leggermente diversa; imperocchè non vi hanno nemmeno due allevatori di gusto affatto identico, per cui nella scelta diligente che fanno, non prediligono nè eleggono uccelli perfettamente uguali. Siccome ciascuno ammira i propri uccelli, così egli cerca di aumentare continuamente colla elezione quelle leggiere particolarità che possiedono. Ciò faranno principalmente gli allevatori che vivono in paesi diversi e non possono confrontare i propri uccelli con quelli degli altri, nè tendere verso un tipo comune di perfezione. Da ciò risulta che allorquando in tale modo si è formata una serie, la elezione inconscia tende continuamente ad aumentare la somma delle sue differenze, e la converte dapprima in una sottorazza, e poi in una varietà o razza bene definita.
      Non si deve però perdere di vista il principio della correlazione di sviluppo. Nella maggior parte dei piccioni, probabilmente in seguito al non-uso, le zampe hanno subìto una riduzione, e in correlazione a questo fatto, pare che il loro becco sia diminuito in lunghezza. Siccome il becco è un organo cospicuo, gli allevatori, appena sia divenuto sensibilmente più piccolo, cercheranno continuamente di ridurlo collo scegliere gli uccelli che hanno dei becchi piccolissimi; mentre contemporaneamente altri allevatori (e noi sappiamo che ciò è realmente avvenuto) cercheranno di ottenere dei becchi sempre più lunghi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426