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      Il soggetto presenta delle difficoltà considerevoli. I botanici trascurarono generalmente, come estranee al loro dominio, le varietà coltivate. In molti casi, il tipo primitivo selvaggio è ignoto o dubbio, in altri è presso che impossibile distinguere le piante fuggiasche dalle veramente selvaggie, in guisa che manca un sicuro termine di comparazione che permetta di apprezzare le variazioni avvenute. Molti botanici credono che un gran numero di piante coltivate da tempi antichi si siano modificate così profondamente da riuscire oggi impossibile riconoscere i tipi primitivi da cui discesero. È assai difficile sapere ancora, se qualcuna di esse provenga da una sola specie, o da più confuse assieme in modo inestricabile dagli incrociamenti e dalle variazioni. Le variazioni passano sovente alle mostruosità, dalle quali non si possono distinguere; e le mostruosità sono pel nostro scopo di lieve interesse. Un gran numero di varietà non si moltiplicano che per innesti, gemme, margotte, bulbi, ecc.; e assai di frequente s'ignora fino a qual punto i loro caratteri possano essere trasmessi per semi. Nondimeno possonsi raggiungere alcuni fatti di valore, ed altri saranno in seguito addotti incidentalmente. Lo scopo precipuo dei due capitoli seguenti si è quello di dimostrare come quasi tutti i caratteri delle piante coltivate siano stati variabili.
      Prima di entrare nei dettagli, farò precedere qualche considerazione generale sull'origine delle piante coltivate. In un'ammirabile memoria su questo soggetto, che mostra nell'autore grande corredo di cognizioni, Alf.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





Alf