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      Molto valore devesi attribuire ad un'asserzione del prof. Hildebrand,(553) che cioè se i semi o frutti di piante coltivate possedono delle qualità svantaggiose a riguardo dei loro mezzi di distribuzione, noi possiamo generalmente essere sicuri che non manterranno la loro condizione originaria. Il De Candolle d'altra parte insiste fortemente sulla presenza frequente, in Austria, della segala e d'una specie d'avena in uno stato apparentemente selvaggio. Fatta astrazione da questi due casi, che per vero sono dubbiosi, e di due altre forme di frumento e di una d'orzo, che De Candolle ritiene aver riconosciute in istato veramente selvaggio, questo autore non pare del tutto soddisfatto delle altre forme che si sono proposte come tipi primitivi dei nostri cereali. Secondo il Buckmann,(554) alcuni anni di buona coltivazione e di scelta varrebbero a ridurre l'Avena fatua, specie selvatica inglese, in forme quasi identiche a quelle coltivate e ben distinte. In conclusione, l'origine e la separazione specifica de' diversi cereali sono soggetti ben difficili; ma noi potremo giudicare un poco meglio la cosa, quando avremo studiata l'ampiezza delle variazioni che ha subìto il frumento.
      Il Metzger descrive sette specie di frumento, Godron cinque e De Candolle solamente quattro. Non è improbabile, che oltre le forme conosciute in Europa, in parti lontane della terra ne esistano altre ancora ben nettamente caratterizzate; perchè il Loiseleur-Deslongchamps(555) fa cenno di tre nuove specie o varietà inviate, nel 1822, in Europa dalla Mongolia cinese, che egli ritiene indigene di quel paese.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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