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      Alla seconda generazione, le piante divennero alte nove a dieci piedi, ed i semi maturarono meglio; la depressione della parte esterna dei grani scomparve, ed il colore, primitivamente d'un bianco puro, si era un po' offuscato. Alcuni semi erano anche divenuti gialli, e si avvicinavano per la rotondità alla forma di quelli del mais comune europeo. Alla terza generazione, essi non ricordavano quasi più la forma originale e ben distinta del mais americano. Alla sesta generazione, questo mais era identico ad una varietà europea, che l'autore descrive come la seconda sottovarietà della quinta razza. Questa varietà era ancora, allora che il Metzger pubblicava il suo libro, coltivata presso Heidelberg, dove si distingueva dalla forma comune solamente per uno sviluppo più vigoroso. Analoghi risultati si ottennero coltivando un'altra varietà americana, quella a denti bianchi, nella quale il dente scomparve di già nella seconda generazione. Una terza razza, detta mais da pollo, non subì sì grandi cambiamenti, però i semi divennero meno lucidi e trasparenti. Nei casi su citati i semi erano stati trasportati da un clima caldo in uno più freddo; ma Fritz Müller mi fa sapere che una varietà nana con semi piccoli rotondati (Papagaien-mais) fu introdotta dalla Germania nel Brasile, o produsse piante così alte, con semi così piani come la varietà comunemente coltivata colà.
     
      Questi fatti ci forniscono l'esempio più rimarchevole che io conosca, dell'effetto diretto e pronto del clima sulle piante.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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