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      Naturalmente noi siamo a tutta prima inclinati ad attribuire questo risultato alla perdita della salute, o almeno ad una perdita di vigore; ma questa opinione non può sostenersi, se si riflette, come molti animali sieno sani, longevi e robusti nella captività, così i pappagalli, i falchi ed i chetahs impiegati alla caccia, e gli elefanti. Gli organi stessi della riproduzione non sono malati, e le malattie, che in regola fanno perire gli animali nei serragli, non agiscono punto sulla loro fecondità. Nessun animale domestico è più soggetto alle malattie della pecora, e tuttavia essa è molto prolifica. La mancata riproduzione degli animali allo stato captivo è talvolta dovuta unicamente alla soppressione dei loro istinti sessuali. Ciò può talvolta avvenire, ma non vi è una ragione, per cui soffra particolarmente questo istinto, all'infuori dell'azione indiretta prodotta dal perturbamento del sistema riproduttivo. Oltre ciò furono citati molti esempi, i quali c'insegnano che diversi animali si accoppiano ampiamente nella captività, ma le femmine non concepiscono mai; oppure se concepiscono e danno figli, questi sono meno numerosi che allo stato naturale. Nel regno vegetale l'istinto non può naturalmente avere alcuna parte, e noi vedremo tosto, che se le piante sono tolte dalle loro condizioni naturali, soffrono nello stesso modo come gli animali. Il cambiamento del clima non può causare la perdita della fecondità; imperocchè molti animali importati in Europa da climi diversissimi si riproducono bene, mentre altri sono sterili allo stato captivo nella propria patria.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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