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      Questi fatti indicano esistere una relazione fra lo stato degli organi riproduttori e la tendenza alla variabilità, ma non possiamo però asserire che questo rapporto sia rigoroso. Sebbene un gran numero delle nostre piante coltivate possano avere il loro polline in uno stato d'alterazione, esse non forniscono nientedimeno minor copia di semi, e i nostri animali domestici sono pure più fecondi che le corrispondenti specie selvaggie. Il pavone è quasi il solo uccello che sia meno fecondo allo stato domestico che allo stato suo naturale, ed è notevolmente poco variabile. Da queste considerazioni sembrerebbe risultare che i cangiamenti delle condizioni esteriori conducano alla sterilità o alla variabilità, e forse ad ambedue, e non che la sterilità provochi la variabilità. In complesso è probabile che ogni causa, la quale modifichi gli organi riproduttori, debba pure modificare i prodotti loro, vale a dire la prole così generata.
      L'epoca della vita, in cui agiscono le cause determinanti la variabilità, è ancora un punto oscuro, che fu discusso da molti autori(1662). È fuor di dubbio che in alcuni casi, che esporremo nel seguente capitolo, relativi alle modificazioni ereditarie risultanti dall'azione diretta dei cangiamenti nelle condizioni esterne, le cause non hanno agito sull'animale maturo o quasi maturo. D'altra parte, mostruosità che non si possono nettamente distinguere dalle variazioni poco importanti, sono spesso causate da lesioni toccate all'embrione, nell'utero o nell'uovo.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426