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      Negli animali selvatici, i quali si servono continuamente delle orecchie siccome di un cornetto acustico per sentire i più piccoli rumori e specialmente per conoscere da qual direzione essi vengano, non s'incontra, al dire del Blyth, ad eccezione dell'elefante, alcuna specie avente le orecchie pendenti. Questa impotenza a raddrizzare le orecchie è certamente dovuta alla domesticazione, ed alcuni autori(1757) l'attribuirono al non uso, poichè gli animali, vivendo sotto la protezione degli uomini, non sono costretti a servirsi abitualmente delle loro orecchie. Il colonnello H. Smith(1758) accerta che nelle antiche figurazioni di cani, "ad eccezione d'un solo caso egiziano, alcuna scultura dell'antica èra greca rappresenta i cani colle orecchie completamente pendenti; nei monumenti più antichi non sono figurati cani ad orecchie semipendenti, e questo carattere aumenta gradatamente nelle opere dell'èra romana". Il Godron ha osservato ancora "che i porci degli antichi Egiziani non avevano le orecchie pendenti".(1759) Conviene però osservare che, sebbene questa pendenza delle orecchie sia probabilmente cagionata dal non-uso, tuttavia non è accompagnata da alcuna diminuzione nella loro grandezza. Al contrario, se osserviamo animali così diversi come sono i nostri conigli di fantasia, alcune razze indiane della capra, i cani spagnuoli da grembo, i cani sanguinari ed altri che hanno tutti le orecchie enormemente allungate, sembrerebbe che il non-uso abbia realmente prodotto un considerevole aumento di questi organi, i quali nel coniglio contribuirono perfino ad una particolare modificazione del cranio.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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