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      In secondo luogo, le piante possono assuefarsi a climi di gran lunga differenti dai propri, per il solo fatto che fioriscono e portano frutti a stagione più o meno avanzata. In amendue i casi, tutta la parte che l'uomo può avere nell'acclimatizzazione si limita alla elezione e alla conservazione delle nuove varietà. L'acclimatizzazione può ancora effettuarsi inconsciamente, senza la sua diretta intenzione di procurarsi una varietà più robusta, solo allevando da semi delle piante delicate, e tentando occasionalmente di estendere la loro coltura sempre più verso il nord, come è appunto avvenuto per il mais, il melarancio ed il persico.
      La questione che tende a determinare nell'acclimatizzazione degli animali e delle piante l'influenza che si deve attribuire all'eredità dei costumi e dell'abitudine, è molto più difficile a risolversi. Egli è cosa probabile che in un gran numero di casi sia intervenuta la elezione naturale ed abbia complicato il risultato. È noto che i montoni di montagna possono resistere ad inverni rigidi ed alle intemperie della neve che distruggerebbero le razze delle pianure; ma siccome i montoni di montagna sono stati così esposti fino da tempi antichissimi, tutti gli individui delicati hanno dovuto soccombere e solo i più robusti si conservarono. Lo stesso avviene per il baco da seta Arrindy della Cina e dell'India; ma chi sa precisare la parte che può aver avuto la elezione naturale alla formazione delle due razze, attualmente adattate a climi tanto diversi?


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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