Pagina (1224/1426)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La maggior parte dei naturalisti ammette tuttavia volentieri che più razze molto dissimili provengano da un unico ceppo, quantunque non conoscano guari l'arte dell'allevamento, non possano mostrare gli anelli che le congiungono, nè dire dove e quando le razze sieno sorte. Gli stessi naturalisti dichiarano tuttavia, con aria di circospezione filosofica, ch'essi non potranno mai ammettere la provenienza di una specie da un'altra, prima d'avere sotto gli occhi tutti i passaggi intermedi. Ma gli allevatori tennero esattamente lo stesso linguaggio riguardo alle razze domestiche; così l'autore di una lodevole opera dice, ch'egli non ammetterà mai, che i piccioni messaggeri e pavoni discendano dal torraiuolo selvaggio, "finchè non siensi effettivamente osservati i passaggi e non possano essere controllati tutte le volte che si ponga il quesito". Egli è senza dubbio difficile comprendere gli effetti considerevoli che possono prodursi coll'accumulazione di leggeri cangiamenti durante molti secoli, ma fa d'uopo vincere questa difficoltà per rendersi ragione della origine delle razze domestiche o delle specie naturali.
      Siccome noi abbiamo ultimamente discusso le cause che provocano, e le leggi che regolano la variabilità, io mi limiterò a rammemorare qui i punti principali. Dal fatto che gli organismi addomesticati sono, più che le specie viventi allo stato naturale, soggetti a leggere variazioni di conformazione ed alle mostruosità; e da quello che le specie aventi una distribuzione assai estesa variano molto più di quelle che abitano regioni circoscritte, noi dobbiamo infierire che la variabilità dipenda principalmente dal cangiamento delle condizioni d'esistenza; ma perciò non dobbiamo disconoscere gli effetti di una combinazione ineguale dei caratteri derivati dai due genitori, nè quelli della riversione verso gli antenati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426