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      Ha egli ordinato che il gozzo e le rettrici del piccione variassero in modo da permettere all'allevatore di piccioni di fantasia di produrre i suoi bizzarri gozzuti e le sue razze di piccioni pavoni? Ha egli ordinato che la conformazione e le qualità mentali del cane avessero a variare per dare origine ad una razza di una indomabile fierezza, munita di mascelle capaci di atterrare un toro, a brutale divertimento dell'uomo? Ma se noi abbandoniamo il principio in un caso, - se noi non ammettiamo che le variazioni del cane primitivo sieno state intenzionalmente dirette in modo che il levriere, per esempio, questa immagine perfetta di simmetria e di vigore, abbia potuto formarsi, - non si può dar un'ombra di ragione in favore dell'idea che le variazioni di natura simile e risultanti dalla stessa legge generale, e che fornirono la base su cui col mezzo dell'elezione naturale si formarono gli animali più perfettamente adattati nel mondo, l'uomo incluso, sieno state intenzionalmente e specialmente originate. Per quanto lo possiamo desiderare, non ci è possibile seguire il professore Asa Gray nella sua opinione, "che le variazioni sieno state condotte lungo certe direzioni benefiche, come una corrente d'acqua lungo linee definite ed utili di irrigazione". Se ammettiamo che ogni singola variazione sia stata predestinata fino dal principio dei tempi, allora la plasticità dell'organizzazione che conduce a molte strutture dannose, come anche quella potente forza di riproduzione che conduce inevitabilmente alla lotta per l'esistenza e quindi all'elezione naturale o sopravvivenza del più adatto, ci sembreranno leggi superflue di natura.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





Asa Gray