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      XXII, p. 2. parlando del G. bankiva, dice ch'esso è "il ceppo incontestabile della maggior parte delle varietà delle nostre razze comuni". - Per il BLYTH, vedi Gardener's Chron., 1851, pag. 619; e Ann. and Mag. of Nat. Hist., vol. XX, 1847, p. 388.
      (397) Gardener's Cronicle, 1851, pag. 619.
      (398) Su questo soggetto ho consultato Sclater, autorità eminente nella materia, ed ei mi dice ch'io non mi sono pronunciato troppo categoricamente su questo fatto. So bene che un vecchio autore, Acosta, parla di quelli che avrebbero abitato l'America del Sud all'epoca della sua scoperta, e più recentemente, nel 1795, Olivier di Serres segnala dei galli selvaggi nelle foreste della Guaina, ma essi erano probabilmente uccelli rinselvatichiti. Il dott. Daniell mi dice che vi sono dei galli rinselvatichiti sulla costa occidentale dell'Africa equatoriale; ma è possibile che questi non sieno veri galli, ma dei gallinacei appartenenti al genere Phasidus. Il vecchio viaggiatore Barbut dice che i galli non sono indigeni in Guinea. Il capitano W. ALLEN (Narrative of Niger Expedition, 1848, vol. II, p. 42), descrive dei galli selvaggi di Ilha dos Rollas, un'isola vicina a San Tommaso, sulla costa occidentale dell'Africa. Gli indigeni gli dissero che essi provenivano da una nave naufragata in quei paraggi molti anni prima. Essi erano estremamente timidi, e il loro grido era tutto differente da quello del gallo domestico; anche la loro apparenza era qualche poco cangiata, dimodochè, malgrado l'asserzione degli indigeni, vi ha dubbio se questi uccelli fossero realmente galli.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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