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      E trascinata dalla rabbia stava per dire di peggio, quando s'udí una forte scampanellata, i ragazzi ammutolirono a un tratto, la signora corse ad aprire, e il maestro Fassi entrò, molto eccitato, con la "Gazzetta di Torino" nella mano. Tornava allora da Chieri, dove andava due volte la settimana a dar lezione di ginnastica al liceo e alla scuola tecnica.
      Salutata appena la Zibelli, si voltò verso sua moglie, mostrando il giornale stretto nel pugno:
      - Ne vuoi sapere una nuova, un asino d'un maestro di ballo che salta su con un articolo nella "Gazzetta di Torino", offeso con me perché nell'"Agone" della settimana passata ho detto che il ballo è una diramazione della ginnastica? Ma sai che ci vuol tutta! Ma le ho fatto un onore che non merita all'arte delle pirulette. Te lo concerò io in un altro articolo, hai da vedere in che maniera, quello sgambettino presuntuoso -. E seguitò a declamare, abbozzando l'articolo, mentre faceva dei nastri per la stanza. - È tempo una volta di cantarla chiara a questi ignoranti. Loro non fanno una differenza al mondo tra un maestro di ginnastica e un acrobata di circo. Ma il maestro di ginnastica è un uomo di scienza, o signori! Egli deve conoscere la ginnastica teorica, l'anatomia applicata, la pedagogia, l'igiene, la storia della ginnastica, la costruzione di attrezzi e palestre, e la tecnologia; e dev'essere artista! Pezzi d'asini, non sanno che ci vuol la vita d'un uomo soltanto per imparare e tenere a mente tutti gli esercizi? Che si potrebbero scrivere cento volumi solamente sull'installazione degli attrezzi?


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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