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      - Talento! - esclamò la moglie, voltandosi verso la Zibelli. - Mio marito le corregge gli articoli.
      La Zibelli sapeva la verità su questa faccenda; ma mostrò di credere, sorridendo. E disse con gravità:
      - Non ha sintassi. Scrive a salti.
      - Questo è vero, - osservò il maestro. - Anzi, per quel che riguarda il giornalismo, sarebbe meglio che si contentasse d'una parte più modesta, che la mettesse meno in vista. C'è delle questioni, nel campo della ginnastica, che una donna non può e non deve affrontare. Ma, insomma... don Celzani non la sposerà, voi vedrete. Gli metterò io una pulce in un orecchio. So io come si fa abbassare la coda a questi chiericotti...
      Lo interruppe una scampanellata. Era la Pedani che, tornata dal Club alpino, dove non c'era stata conferenza, veniva a prender l'amica. Entrò nella stanza e non si volle sedere. Era colorita di rosa dall'aria frizzante della sera, ansava un poco, dilatando le narici e sollevando il largo petto, e tutta la sua persona spiccava in nero sulla parete bianca con tale arditezza e vigoria di contorni, che la signora Fassi dovette volger la parola ai ragazzi per rompere il silenzio ammirativo cagionato da quella vista.
      - Ti vengo a prendere, - diss'ella alla Zibelli, mettendo quattro erre nell'ultima parola; e chi l'avesse sentita senza vederla, l'avrebbe creduta piuttosto un marito, che un'amica.
      La Zibelli si mosse, e scambiate altre poche parole coi padroni di casa, uscirono tutte e due, la Pedani per l'ultima, riempiendo per un momento con le sue belle spalle tutto il vano dell'uscio mezzo aperto.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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