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      Marito e moglie avevano una simpatia cordiale per la Pedani, in parte per l'originalità rispettabile del suo carattere e più perché la loro bimba l'adorava; e non dissentivano da lei che per un'avversione dichiarata alla ginnastica, nata da che un loro nipote, alunno d'un collegio convitto di Milano, anni prima, s'era rotto un braccio cadendo dalle pertiche d'ascensione.
      - Amici, - le soleva dire il Ginoni incontrandola su per le scale; - ma fino alla soglia della palestra.
      Oppure: - Abbasso la ginnastica! - e ogni volta che si trovavano insieme, la stuzzicava facetamente su quell'argomento.
      E la conversazione cadde lí, anche quella sera. Fra l'altre cose, per criticare il nuovo metodo d'insegnamento, l'ingegnere raccontava di aver visto l'anno prima eseguire i passi ritmici alle Figlie dei militari dell'istituto di San Domenico, dov'era andato per visitare i locali. Sí, lo spettacolo gli era piaciuto. Quelle cento e cinquanta ragazze grandi, con quei bei vestiti neri e azzurri, e con quei piccoli grembiali bianchi, schierate in un vasto cortile, che si movevan tutte insieme al comando d'una maestra, con dei movimenti graziosi di contraddanza, facendo un fruscio cadenzato che pareva una musica di bisbigli; tutte quelle belle braccia e quelle piccole mani per aria, quelle grosse trecce saltellanti sulle nuche rosee e sui torsi snelli, quei trecento piedi arcati e sottili, e la grazia indefinibile di quelle mosse cosí tra il ballo e il salto, con quelle vesti lunghe, che davan loro l'aspetto di un corpo di ballo pudibondo, era nuovo e seducente senza dubbio.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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