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      Ma, Dio mio! Quante parole metteva fuori quella maestra per farle muovere! Chiacchierava più lei di quello che esse movessero, eran dei comandi interminabili da generale di brigata, una complicazione faticosa di coreografia. E poi, un movimento rattenuto e misurato a centimetri, insufficiente per quei corpi fatti e pieni di vita, una combinazione d'esercizi compassati, cercati con la penna, per servir di spettacolo a commissioni e a invitati. A lui sarebbe venuto voglia di troncar la rappresentazione a metà, e di sguinzagliarle tutte in un prato fiorito, come una mandra di puledre.
      Ma la Pedani, su questo, era d'accordo con lui. Essa era baumannista appunto perché il Baumann faceva guerra alla ginnastica coreografica e voleva per le ragazze una scuola più virile.
      - Allora, - disse l'ingegnere, - per farla arrabbiare le dirò male del Baumann.
      - Io lo difenderò, - rispose la maestra. - Si provi.
      - No, - disse lui, sorridendo, - non lo farò, non sono abbastanza enciclopedico perché ora la ginnastica abbraccia tutte le scienze -. E citò un conferenziere della Filotecnica che, sere innanzi, dovendo trattar della ginnastica, aveva fatto prima una corsa sterminata a traverso alla filosofia, all'etnologia, all'antropologia, e messo sottosopra tutto lo scibile umano; poi aveva finito coi manubri.
      - La ginnastica, - rispose tranquillamente la Pedani, - ha relazione con tutte le scienze.
      - E come no? - ribatte l'ingegnere. - Anzi, è la chiave di tutte. Ora dicono che un ragazzo che trova difficoltà a risolvere un problema, non ha che a fare un quarto d'ora d'esercizio alle parallele, poi si rimette a tavolino, e tutto è fatto,


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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