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      E sul momento il signor Ginoni concepí e cominciò a porre in atto un disegno di faceta persecuzione. - Giusto, segretario amato, - gli disse, - lei è caduto nel bel mezzo d'una discussione di ginnastica. Si discuteva con la signora maestra. Ci deve dire anche lei che scuola appartiene. È della scuola del Baumann? È della scuola... che altra scuola c'è, signorina Pedani?.... Obermann! È della scuola dell'Obermann? Quali sono le sue idee intorno agli effetti della ginnastica sulle funzioni del cuore?
      La maestra alzò gli occhi al soffitto. Il segretario, atterrito, si levò in fretta il bicchiere dalla bocca e guardò l'ingegnere. Poi trangugiò il vino d'un sorso, e rispose, alzandosi, confuso: - Il signor ingegnere vuole scherzare. Mi rincresce di non potermi trattenere, debbo risalir subito dal commendatore...
      - Oh no, signore! - disse il Ginoni, - Non le permetto di scappare in questa maniera. D'altra parte...non può andarsene ora perché, il portone di casa rimanendo aperto fino alle undici, non si sa mai chi si possa incontrare per le scale, e lei, da buon cavaliere e da cortese segretario, è in dovere di accompagnar fino all'uscio la signorina Pedani.
      Il segretario risedette subito; ma lo studente fece un atto di dispetto, poiché sperava d'esser lui l'accompagnatore.
      - Io non ho paura di nessuno, - disse con voce virile la maestra.
      - Non basta, - rispose il Ginoni, - non aver paura; bisogna farla agli altri, e lei... non è nel caso.
      Lo studente sviò la conversazione interrogando la Pedani sulle grandi feste che erano state annunziate per il Congresso ginnastico di Francoforte, ed essa gli diede dei ragguagli.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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