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      - Basta cosí, signor Celzani. Io le ho già detto il mio sentimento. Lei ha buon cuore. Troverà un'altra che corrisponderà al suo affetto, come merita. Lei s'inganna sul conto mio: io non sono come forse s'immagina. Io non son tenera. Ho il cuore d'un uomo, io. Non sarei una buona moglie. Veda che son sincera. Si faccia una ragione... e mi dia il foglio. Non è conveniente che mi fermi un momento di più.
      Don Celzani restò lí come pietrificato. Ma il terrore di rimaner solo in casa, con la disperazione di quel rifiuto nel cuore, lo riscosse subito, e gli fece fare un ultimo tentativo sconsolato di preghiera:
      - Pigli tempo a rispondere, almeno! Ci pensi ancora! Non mi dica di no per sempre!
      La Pedani fu presa da un principio d'impazienza, e facendo un passo avanti, allungò la mano per pigliar la ricevuta. Per istinto il segretario le afferrò la mano, e fu come una vertigine: cadde ginocchioni d'un colpo e, accecato, supplicando, s'avviticchiò furiosamente alle ginocchia di lei, strofinando il viso convulso contro la sua veste. Fu un baleno però: due mani gagliarde sciolsero le sue dita incrocicchiate, e con una spinta virilmente impetuosa lo misero in piedi d'un balzo, sbalordito.
      - Signor Celzani, - disse severamente la maestra, ma con accento più di fastidio, che di sdegno, - queste cose con me non si fanno -. E soggiunse dopo una pausa: - Sia detto una volta per sempre.
      Ma il segretario quasi non sentí. Il dolore immenso del rifiuto, la vergogna, il terrore dell'avvenire erano per un momento soffocati in lui dalla sensazione profonda e violenta di quell'abbraccio, rivelatore misterioso di tesori che superavano le sue fantasie, e che gli lasciavano come lo stupore d'un contatto sovrumano.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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