Pagina (80/133)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Una successione cosí inaudita di fortune cominciava a non esser più comportabile, né si poteva spiegare che con qualche protezione segreta. Ora il maestro si ficcò in capo che chi le faceva aver tutti quei favori fosse il commendator Celzani, per sollecitazione del nipote. E non poté trattenersi dal fare uno sfogo con costui.
      - È una vergogna, - gli disse un giorno senza preamboli, - che mentre ci sono dei professori di ginnastica che sudano da vent'anni agli studi senza aver mai potuto ottenere un favore, e neppure il compenso della notorietà, ci sia chi si fa largo e ottiene tutti gli onori per la sola virtù della gonnella. È un mercimonio schifoso, che denunzierò per le stampe.
      Il segretario finse di non capire. Ma quella finzione non fece che riaffermare il maestro nella sua idea, tanto che, pur conservando per interesse un'apparenza d'amicizia con la Pedani, egli tolse a lui il saluto, e sua moglie fece lo stesso, E cosí eran già tre, che, per causa della maestra, gli avevan dichiarato la guerra.
      Ma don Celzani, ostinato e intrepido, continuava a colorire il suo disegno, cercando di guadagnarsi la buona amicizia di lei. Le fece un giorno un vero piacere portandole un numero del "Ginnasta triestino", venutogli a mano per caso, che conteneva un articolo sulla danza pirrica. Le portò un'altra volta un numero della "Tribuna", che riceveva lo zio, nella quale era riferita la risposta negativa data dall'ufficio d'igiene del municipio di Roma a tutte le direzioni delle scuole, che l'avevano interrogato intorno alla maggiore o minor convenienza di tener gli alunni nella posizione di braccia conserte.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





Celzani Pedani Celzani Roma