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      La maestra gradí molto l'offerta, dicendo che aveva già trattato l'argomento in un articolo. Ma il segretario le preparava ben altre sorprese. Era tentato da un po' di tempo d'intavolare con lei certi discorsi, ai quali s'andava apparecchiando; ma non osava. Un giorno osò. Avendogli essa detto che frequentava un corso d'anatomia, egli le rispose timidamente: - L'anatomia... Lei fa bene, perché, senza quello studio, non si può conoscere il valore... fisiologico dei singoli esercizi, e, senza di questo, gli esercizi non si possono classificare... fisiologicamente, che è l'ordine più utile.
      La maestra lo guardò con stupore, e approvò. Era un primo passo. Un altro giorno si fece anche più animo e le domandò che cosa pensasse sulla quistione degli attrezzi.
      Anche questa domanda la stupí gradevolmente. E gli rispose: non stava con coloro che ne volevano abusare, mirando a convertire le palestre in circhi acrobatici, ciò che spaventava le famiglie, ed era veramente un pericolo; ma dava torto anche agli esageratori della parte opposta, che li volevano addirittura abolire. Dove si sarebbe andati per quella via? A una ginnastica bambinesca, con cui non sarebbe stata punto educata nei fanciulli quella facoltà speciale, che è il coraggio fisico, a tutti necessaria; senza la quale non si riesce più tardi in nessun esercizio civile e arrischiato, se non a prezzo di sforzi penosi e di figure ridicole.
      Don Celzani approvò con ripetuti cenni del capo. - Sono persuaso anch'io - disse, cercando le parole, - che l'intero sviluppo di tutte le membra non si può ottenere se non con l'aiuto degli attrezzi.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





Celzani