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      - E con questo, - continuò la maestra, - ciò che ci appassiona sempre più per le nostre idee, è il vedere che progressi si ottengono anche con quel poco che ci è permesso. Lei non può credere il mutamento che si nota dopo un mese di ginnastica nelle ragazze dai dodici anni in su, e tanto più in quelle che son magre e anemiche per malattie sofferte nell'infanzia o per linfatismo acquisito. In un mese, si allarga il rossore delle guance, che era soltanto un cerchietto, le braccia s'arrotondano, il dorso si raddrizza, i muscoli si rilevano... Alle volte, a guardarle di dietro, non si riconoscono più, paiono donnine fatte, hanno acquistato quella eleganza e sveltezza dei movimenti, che formano la vera bellezza estetica; specialmente negli arti inferiori... uno sviluppo da far rimanere sbalorditi. È veramente una cosa consolante.
      Sí, era consolante anche per il commendatore, che seguitava il corso dei suoi pensieri. E fece una domanda che parve scaturire da una profonda meditazione.
      - Oltre a questo, - disse, - ella avrà anche delle particolari soddisfazioni da quelle poche che hanno per la ginnastica un'attitudine fisica eccezionale e un ardore eguale al suo; perché, sopra un gran numero, ce n'ha da essere, sicuramente. - E, socchiusi gli occhi, tornò a fissarli in alto, come per assaporar la risposta.
      - Ah, questo si! - rispose la maestra eccitandosi. Ce ne sono! Ed io, oramai, le conosco alla prima occhiata, la prima volta che si presentano, che non è poi tanto facile. Perché non son mica sempre quelle più asciutte e d'apparenza più svelte, che hanno le migliori attitudini.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133