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      Essa parlava lentamente da prima, corrugando la fronte in segno d'impazienza quando la parola non le veniva, e facendo un atto dispettoso quando s'imbrogliava in un periodo, come per lacerare la rete che l'avvolgeva, ed esprimere il suo pensiero a ogni costo.
      - Anche per la ginnastica, - proseguķ dicendo, - l'Italia aveva fatto come per tant'altre cose, come, per esempio, per l'istruzione militare delle scolaresche: c'era stato da principio un grande entusiasmo, dal quale, a poco a poco, s'era caduti nella pił vergognosa trascuranza, fino a gettare il ridicolo sull'idea e sui suoi devoti. Ma alla ginnastica accadeva di peggio. Era sorto contro di questa e s'andava ingrossando un esercito di nemici, dei quali le autoritą scolastiche subivan la forza, per modo che l'insegnamento tendeva a diventare una vana mostra, una miserabile impostura, anzi un'aperta irrisione. L'ignoranza, una vile paura di pericoli immaginari, l'infingardaggine nazionale, la perfidia di certe genti interessate, che giungevano con inaudita sfacciataggine fino a addebitare alla ginnastica le infermitą e i difetti organici della gioventł che essa aveva per istituto di correggere, congiuravano insieme. E sarebbe stata una cosa incredibile se non si fosse veduta ogni giorno. - Nemici della ginnastica, - disse, - sono dei colti professori, acciaccosi a quarant'anni come ottuagenari, appunto per aver troppo affaticato il sistema cerebrale a danno dei muscoli. Nemiche della ginnastica son delle madri di fanciulle senza carne e senza sangue, future madri anche esse d'una prole infelice, per non aver mai esercitato le forze del corpo.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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