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      Mentre s'alzava in punta di piedi per vedere il suo viso, sentí dietro alle spalle la voce del maestro Fassi, e, voltandosi, lo vide che declamava in un crocchio, col viso livido, torcendosi rabbiosamente i lunghi baffi. - In conclusione, - diceva, - non ha fatto altro che battere la campagna. Grandi citazioni, grande rettorica; ma in materia di scienza? - E l'accusava di plagio.
      - Vada per le idee, - gridava; - ma le frasi, ma le parole m'ha portato via, senza degnarsi di pronunciare il mio nome; ma vi dico le parole una per una, come se le avesse stenografate. Accidenti, che disinvoltura! Fidatevi un po'delle conversazioni familiari, Ora si farŕ strada di sicuro. Sentirete che chiasso quei cretini di giornalisti! Oh che bel mondo di ciarlatani!
      La Pedani, intanto, stentava ad aprirsi il passo. Quando la folla degli ammiratori si fu un po' diradata, l'ingegnere Ginoni si fece avanti con impeto, e le disse, stringendole le mani: - Sublime! M'ha quasi convertito, non le dico altro! - Poi s'avanzň per complimentarla, strascicando i piedi, il professor Padalocchi. Poi venne il direttore. Non finivan piů. Finalmente non le rimasero intorno che una ventina di maestre, mentre molti altri la guardavano di lontano; e allora, non visto, il segretario la poté vedere. Non gli era parsa mai cosí bella, cosí, risplendente, cosí superba! Pareva che tutto il suo corpo vibrasse dentro a quel semplice e succinto vestito nero, come se le corresse un fremito continuo da capo a piedi; il rossore le era tornato, quel bel rossore delicato e diffuso che succede alla pallidezza delle grandi commozioni gradevoli, e che č come il pudore gioioso della gloria; il suo viso aveva un'espressione di gentile bontŕ femminea, che il Celzani non le aveva mai veduta, e che dava ai suoi occhi e alla sua bocca e a tutta la sua persona una nuova forza di seduzione.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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