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      Se le leggi che deduciamo da quei fatti sono erronee, il nostro ideale non s'attuerà. Se, giunto il proletariato socialista al potere, non fosse ancora pronta nei suoi elementi la organizzazione nuova che deve sostituirsi all'antica, esso si troverebbe impotente, non diciamo a compiere, ma nemmeno a tentare una sostituzione precipitata, e dovrebbe restringersi a una serie di riforme preparatorie e graduali. Noi primi siamo persuasi che una trasformazione economica così profonda non si potrà mai attuare prematuramente e con la violenza. È una verità riconosciuta anche dai nostri più fieri oppositori che «parallelo al presente movimento sociale corre un movimento scientifico e razionale che lo trattiene nella giusta misura e impedisce alla società moderna di precipitare nelle catastrofi che hanno ucciso la civiltà antica».
      Vedete dunque - ripetiamo ai nostri avversari trattabili - che quel timore non dovrebbe trattenervi dal venire a noi. Avversando il nostro moto, invece, non per altro che perchè non consentite nel nostro programma ideale, voi ritardate anche il conseguimento delle riforme vostre; voi v'opponete anche alla vittoria di quel nostro programma minimo, che in gran parte approvate, e di cui molte idee - di quelle, in ispecie, che si riferiscono alla politica sociale dei comuni - sono già attuate o in via d'attuarsi in molte grandi città d'Europa e d'America; voi ingrossate il numero di coloro che respingono, come nel parlamento francese, le più eque, le più logiche imposte, come quella progressiva sul reddito, per la sola ragione che Il socialismo le propugna, e che condannano a morte qualunque più benefica riforma dicendo che v'è in essa «un germe di socialismo»; voi, finalmente, perchè credete che non si possa giungere fin dove noi vogliamo andare, voi, che pur volete procedere, vi arrestate all'imboccatura della strada e crescete forza alla schiera di quegli «immobili» che voi stessi condannate; i quali, alla loro volta, proteggono e incoraggiano, pur non volendolo, tutti quegli altri che voltano le spalle all'avvenire e tentano di risuscitare il passato.


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La quistione sociale
di Edmondo De Amicis
Istituto Editoriale Italiano Milano
1917 pagine 65

   





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