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      Una prevalenza relativa del sentimento collettivo sull'individuale (della quale, in occasioni straordinarie, si vedono pur tanti esempi anche nella società nostra) noi non dubitiamo che avverrebbe in un ordinamento sociale in cui la sua necessità apparisse evidentissima, come è ora in una piccola associazione, e in cui gli animi non fossero più offesi e scoraggiati dallo spettacolo dell'agiatezza oziosa, delle smisurate disuguaglianze economiche e delle mille ingiustizie e degli infiniti privilegi presenti.
      Noi attendiamo da un mutamento così grande di cose un mutamento psichico maraviglioso. Ecco il punto da cui nessun ragionamento avversario ci può smuovere, il fondamento su cui posiamo il nostro edifizio. Per quali vie, poi, e a traverso a quali vicende si perverrà alla méta che ci par sicura; se il socialismo, continuando a estendersi nel mondo civile, serberà un tipo unico o s'informerà allo spirito e ai bisogni particolari di ciascun popolo; se s'attuerà «mediante una produzione collettiva-nazionale, parziale o regionale», diventando il comune trasformato, per esempio, un nuovo e potente organismo economico; o se pure la società, prima di giungere all'ordinamento socialista, passerà per uno stadio cooperativo di grandi associazioni, che andranno scemando di numero, fino a ridursi ad una sola, la quale fonderà insieme i vari sistemi di collettivismo; ed anche «qual criterio misuratore del valore finirà con trovar l'esperienza aiutata dalla scienza, se la durata media del lavoro richiesto o il medio consumo delle forze che esso esige» o altri concetti che non può afferrar per ora la nostra mente, perchè preoccupata e quasi compressa dai fatti presenti; questo noi non possiamo dire, nè altri ci deve chiedere.


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La quistione sociale
di Edmondo De Amicis
Istituto Editoriale Italiano Milano
1917 pagine 65