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      - «Se voi foste al posto dei vostri padroni, fareste com'essi fanno, perchè non potreste fare in altro modo» è la frase più sovente ripetuta, da chi fa propaganda della nostra idea, appunto per persuadere i lavoratori che il rimedio ai mali non è da attendersi dagli individui, perchè questi non vi potrebbero porre rimedio, neanche se avessero tutti le intenzioni più generose.
      E come sarebbe altrimenti? Noi miriamo a conquistare la coscienza e la volontà del gran numero per via della persuasione, e a render atti gli uni a persuader gli altri. È dunque nostro interesse di spegnere, non di attizzare gli odi sociali; perchè se in cuore all'uomo incolto noi suscitiamo l'odio, gli oscuriamo l'intelligenza, ossia lo distogliamo dalla riflessione, e ritardiamo il progresso del suo pensiero, senza del quale è vano lo sperare di farne un proselite utile e sicuro; e perchè la passione si spegne con la stessa facilità con cui s'accende, o consumando sè stessa o estinguendosi per effetto d'un conseguito miglioramento delle condizioni individuali; e perchè essa è un costante pericolo per tutti, spingendo l'individuo ad avventatezze, di cui su tutti ricade la colpa.
      No, noi non vogliamo far dei violenti: questi sono la nostra debolezza, non la nostra forza; noi vogliamo far dei convinti, dei risoluti, dei tenaci. No, noi non siamo seminatori d'odio, noi che portiamo fra gli uomini la parola della fratellanza e della pace. La nostra forza non è l'odio nè l'ira; la nostra forza è la ragione, la volontà, la fede, l'entusiasmo, l'amore.


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La quistione sociale
di Edmondo De Amicis
Istituto Editoriale Italiano Milano
1917 pagine 65